lunedì 1 settembre 2014

Capricci da grandi


Effettivamente un figlio non è un capriccio. 
E sulla base di questo assunto proporrei la pubblica gogna per tutte quelle coppie che fanno un figlio per salvare il proprio rapporto di coppia, salvo divorziare dopo un anno.

O quegli uomini che se la danno a gambe levate quando la loro compagna, fissa o occasionale, resta incinta, dando vita per inciso a un’altra forma anomala di famiglia: la madre single.

E chi può stabilire il limite tra capriccio e desiderio in una coppia sterile, che si accanisce con la fecondazione assistita, magari spendendo migliaia di euro all’estero? Perché qui parliamo di accanimento no? Se madre natura non ti ha programmato per avere figli, perché insisti? Se non è un capriccio questo… 

Sorvolo sulle ovvietà che uscirebbero dalla mia bocca nel commentare questo manifesto osceno; tra l’altro leggevo che si tratta di una foto di Oliviero Toscani, manipolata biecamente da questi personaggi. E spero che Toscani faccia una causa a Fratelli d’Italia da farli pentire di essere venuti al mondo, biologicamente e politicamente.

Sorvolo sull’immagine di famiglia gay che si vuole far passare, sguardi truci, tra il pedofilo e il serial killer, braccia piene zeppe di tatuaggi (per favore mandate subito gli assistenti sociali a Belen e a Beckam!!), il bambino quasi messo in croce (tutto questo ovviamente strumentalizzando lo scatto di Toscani a beneficio delle ottuse menti dei catto/democratico/ipocrito/scandalisti che popolano questo paese di … melma).

Ma non posso non assumere l’espressione in stile “Urlo” di Munch, di fronte a tanta bassezza, tanta ignoranza, tanta ipocrisia.

Guardate questo piccolo documentario che Saverio Tommasi ha diffuso qualche giorno fa, lo trovate QUI

Le famiglie arcobaleno esistono ANCHE in Italia, e sono molto più numerose di quanto si pensi.

Sono famiglie NORMALI, visto che a noi piace tanto usare questo termine/livella, ché guai a uscire dagli schemi che questa bella società ci impone.
Famiglie di genitori che giocano coi figli, magari anche dopo una dura giornata di lavoro, che li nutrono, li crescono, li AMANO. Famiglie che pagano le tasse, il mutuo, che chiamano l’idraulico quando il cesso si intasa, che litigano quando la suocera si mette in mezzo ai coglioni, che sgridano i bambini quando fanno i capricci e che magari allungano anche qualche sculaccione (degeneri, genitori gay).
Famiglie che bruciano l’arrosto, che vanno al cinema e in vacanza, che si ammalano e chiamano il dottore in ansia quando il bambino ha 40 di febbre, famiglie che ridono di fronte ad un film, che guardano Peppa Pig (che i genitori senz’altro odiano!!), che sono in ansia come tutti per il primo giorno di scuola o di asilo, che lavorano, che si alzano alle 6 per preparare la colazione e fare in tempo ad accompagnare i bambini a scuola prima di iniziare il lavoro.
Famiglie che conservano il primo dentino caduto, che passano notti in bianco ad aspettare quel disgraziato che alle 4 del mattino ancora non si vede, che educano al rispetto, all’uguaglianza, all’apertura mentale, alla gioia di vivere, all’onestà, come cerchiamo di fare anche noi, genitori NORMALI, ogni giorno della nostra vita.

Finalmente una sentenza del Tribunale di Roma comincia a dare una speranza a questi genitori e soprattutto a questi bambini, che vivono con una tremenda spada di Damocle sulla testa. Un solo genitore riconosciuto dallo Stato, quello biologico, e nessun diritto per l’altro, che ha desiderato un figlio tanto quanto quello biologico, e allo stesso modo lo ama, lo cresce, lo accudisce.
E il rischio, per questi bambini di finire affidati ai servizi sociali se dovesse succedere qualcosa al genitore biologico.

E con un po' orgoglio campanilistico, scopro che anche dalle mie parti si è fatto qualche passo avanti!

Ma non basta, non basta ancora.

Estendere i diritti a queste coppie e a queste famiglie non lede nessuno dei nostri, non intacca la nostra libertà, non svilisce la nostra società, non cambierà il nostro modo di essere uomini e donne, non turberà la nostra sessualità e nemmeno quella dei bambini che queste coppie crescono.

La verità è che l’unico, vero pericolo per questi bambini siamo NOI?
Coi nostri pregiudizi, la nostra cecità, la nostra ipocrisia, il nostro perbenismo, siamo noi ad instillare dubbi e insicurezze in questi bambini.

E il compito più gravoso oggi come oggi per un genitore gay è proteggere suo figlio dalla barbarie quotidiana a cui è sottoposto.

Essere gay è solo un’altra declinazione dell’amore, un altro modo di essere coppia e famiglia, e visto che tutti sembrano così preoccupati dai terribili squilibri psico-fisici che subiscono questi infelici bambini, uno studio ufficiale pubblicato in Australia fuga ogni dubbio.

Ma come si fa a mettere in dubbio l’amore, chi può osare entrare così tanto nel privato di una coppia? Perché fare i raggi X ad una coppia gay e girarsi invece dall’altra parte quando i bambini subiscono o assistono a violenze quotidiane in rispettabilissime coppie etero? (solo per fare un esempio).

Perché giudicare un capriccio un desiderio legittimo solo perché proviene da due persone dello stesso sesso? Invece di farci un esame di coscienza e provare ad essere altrettanto duri con le famiglie tradizionali?

Provate ad immaginare al posto delle facce dei modelli quelle della Franzoni e di Bossetti, e vedrete come tutto, all’improvviso si è ridimensionerà.



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