mercoledì 29 ottobre 2014

Dolcenera


Oggi tira vento, una tramontana tesa e asciutta, che affila i profili e secca la bocca e i palmi delle mani, e alza polvere, che ieri era fango, e sembra che finalmente ci faccia respirare tutti, portandosi via la cappa pesante di umido, pioggia e pensieri tetri dei giorni passati. 

Vi giuro che descrivere quello che abbiamo passato è difficile, e io posso pure permettermi il lusso di farlo senza avere avuto danni gravi, né a casa né sul posto di lavoro.


Ma il dolore, la rabbia e soprattutto osservare attoniti la devastazione a non più di 3 anni dall’ultima volta, sono qualcosa che si respirano, anche solo passando davanti ai negozi sventrati, alle strade allagate, alle vite distrutte di tante persone.

Era un venerdì, mi stavo vestendo alle 7 del mattino per andare al lavoro in treno, pioveva ininterrottamente da 3 giorni, non avrei preso la moto.
Il bip bip insistente di whatsapp mi ha fatto guardare il telefono a quell’ora insolita; era un collega che, come me, abita nel ponente genovese.
“Com’è lì la situazione? Tu vai a lavorare?”
“Di che parli?”
“Accendi la tv”