giovedì 24 marzo 2016

A parti inverse

Succede all’improvviso, ma improvvisa è solo la percezione, uno scarto temporale.

Sono processi lunghi, che richiedono tempo, ma di cui ti rendi conto di botto, per colpa di un piccolo, insignificante evento.
Come quando firmi il tuo primo mutuo e ti ritrovi catapultato all’improvviso nella vita adulta.
O quando tuo figlio arriva a schiacciare da solo il secondo piano dell’ascensore e realizzi quanto sia cresciuto.
O come quando vedi tuo padre frugarsi le tasche confuso, convinto di avere messo gli occhiali proprio lì, senza ricordarsi dove sono realmente.
E ti rendi conto all’improvviso che è un vecchio.
E tu sei lì, sulla linea di confine. Troppo giovane per rassegnarti a prenderti cura di lui, troppo figlio per cominciare a sentirti genitore, troppo spensierato per sentirti inchiodato alle tue responsabilità di persona adulta.
La sensazione è quella del pugile all’angolo, che non riesce a sfuggire alla gragnola di colpi della vita, e incassa senza schivare, facendo del proprio meglio per limitare i danni.
In questa società dove non si muore, non si invecchia e non si cresce, la mia generazione più che mai si trova relegata nel ruolo di un eterno Peter Pan, e la sensazione di straniamento improvvisa di fronte alla vita che scorre e al tempo che passa, colpisce e smarrisce, tutto in una volta.
Intravedere quello che sarà da qui a pochi anni, atterrisce.
Chiunque abbia curato e assistito un anziano in vita sua sa di cosa sto parlando.

lunedì 7 marzo 2016

8 marzo

Io non voglio la promozione internet dedicata a me.
Non voglio la mimosa.
Non voglio il 20% solo per oggi nei negozi di intimo o nelle profumerie.
Non voglio compilation dedicate.
Non voglio raccolte fondi.
Non voglio sconti.
Non voglio "regalati un otto marzo da sogno".
Non voglio l'ingresso gratis nei musei.
Voglio il rispetto.
Voglio che i Vissani siano considerati dei porci, senza se e senza ma.
Voglio essere una vittima, se uno stronzo mi mette le mani addosso, e che nessuno provi a metterlo in dubbio.
Voglio che uno stupratore non sia mai giustificato da una gonna troppo corta o da un atteggiamento disinibito.
Voglio guadagnare tanto quanto i miei colleghi maschi.
Voglio poter mettere al mondo un figlio senza giocarmi la carriera.
Voglio poterlo crescere senza rinunciare al mio lavoro, senza fare i salti mortali, accollandolo a nonni e baby sitter.
Voglio poter andare a scuola e studiare, invece di essere data in sposa bambina a un uomo di 30 anni più vecchio di me.
Voglio potermi prendere cura di mio padre novantenne senza rischiare di perdere il lavoro.
Voglio uscire con le mie amiche senza sentirmi in colpa perché trascuro la mia famiglia.
Voglio uscire senza trucco senza che la gente pensi che mi trascuro.
Voglio fare carriera senza che nessuno pensi che mi sono portata a letto il capo.
Voglio portarmi a letto gli uomini che mi pare senza sentirmi dire che sono una puttana.
Voglio rispondere per le rime alle battute sessiste e alle avance indesiderate senza sentirmi dire che me la sono andata a cercare.
Voglio essere l'unica a decidere del mio corpo.
Voglio che la multa la paghi il medico obiettore.
Voglio essere libera, e mai sottomessa.
Voglio smettere di vendere il mio corpo su una provinciale alle 11 di sera.
Voglio essere bella perché sono io, non perché qualcuno ha deciso che devo indossare una taglia 38.
Voglio godermi le mie rughe, invece di gonfiarmi come un canotto.
Voglio ingrassare e dimagrire, senza che nessuno mi copra di insulti o complimenti.
Voglio un orario flessibile, per allattare mio figlio fino a quando lo ritengo giusto.
Voglio giocare a calcio, e che nessuno si permetta di chiamarmi lesbica, pensando pure che sia un insulto.
Voglio studiare e laurearmi come i miei fratelli maschi, invece badare alla casa, sotto lo strato spesso del burka.
Voglio giocare con le bambole, invece di lavorare in una fabbrica di vestiti a basso costo.
Voglio vivere la mia infanzia, e non vederla fatta a pezzi da un padre di famiglia italiano, che soddisfa su di me le voglie che non puo' togliersi a casa con le figlie.
Voglio che i preti pedofili vengano cancellato dalla faccia della terra, non trasferiti in un'altra diocesi.
Voglio venire in Italia per lavorare, non per essere sfruttata.
Voglio che i miei figli possano studiare al mio paese, invece di piangere ogni notte perché li ho affidati alle cure di mia madre in Ecuador o in Romania.
Voglio smettere di essere carne al macello sulle passerelle, e nei concorsi di bellezza.
Voglio essere sostenuta, quando mio figlio è appena nato e dentro sento solo buio che mi inghiotte.
Voglio mettermi un rossetto nuovo e una scollatura senza essere additata come una poco di buono.
Voglio passeggiare di notte senza affrettate il passo guardandomi le spalle.
Vorrei uscire, domani sera, e trovare tutte queste donne insieme, in ogni donna che passa.
L'8 marzo è tutti i giorni. Buona festa della donna.

domenica 6 marzo 2016

Guerra fredda

"Guarda mamma, ti piace la mia guerra? Questi sono i bravi che cacciano via i cattivi".
Pu gioca coi soldatini, i gialli sono i buoni, i verdi i cattivi, schierati sulle due rive del proverbiale fiume dove mi immagino i buoni dovranno sedersi ad aspettare il cadavere dei nemici.
Io in quel fiume sto imparando a nuotare, e ad alzare le mie belle dighe, trasformandomi in castoro, quando serve.
Cresci e le relazioni umane si fanno confuse, gli amici diventano nemici, cambiano casacca e bandiera improvvisamente e senza appello, e scopri all'improvviso di aver raccolto una quantità di stronzi esorbitante nella tua vita.
Impari a guardarti le spalle, preferendo il rischio di escludere una persona valida dalla tua esistenza invece di includere un parassita, un vampiro energetico.
Gli strati di conoscenza e amicizia variano col passare del tempo; ho perso amici per strada ed altri ne ho trovati.
Osservi chi resta al tuo fianco a nuotare nel fango, ricollocando tutti gli altri al loro posto di semplici compagni, che attraverseranno la tua vita più o meno intensamente, a tratti, o solo per fare un pezzo di strada insieme per poi separarsi.
L'autenticità dei rapporti è qualcosa da cui non posso prescindere, ma recentemente troppo spesso mi è successo di vedere saltar fuori vecchi rancori mai elaborati, che inficiano quest'autenticità che io ho sempre dato per scontata.
Ognuno ha la sua natura, e ci vuole tempo perché essa salti fuori.
Non so portare rancore, non so invidiare, non medito vendette, non ho nessuno da aspettare sulla riva del fiume.
Sarebbe tanto più facile fare come i bambini, dividere il bene dal male, i buoni dai cattivi e tenersi alla larga da persone o situazioni che possano ferirci.
Ma i bambini sanno litigare e tornare a giocare insieme subito dopo, non conoscono orgoglio e falsità, anzi, sanno essere spietati nel dichiarare: io con te non voglio giocare.
Questo vorrei, sapere subito che non vuoi giocare con me.
Invece di una guerra fredda fatta di gesti vuoti e dichiarazioni d'amore fasulle.
Oppure dimmi perché non vuoi giocare con me; può essere che su questo fiume riusciamo a costruirci un ponte, tra le due rive rivali, e scoprirci in fondo simili, come i soldati della "Guerra di Piero".