lunedì 20 luglio 2015

Tempo al tempo

Tempo… prezioso! Cantava Jovanotti, quando ancora si faceva chiamare Jovanotti, nel lontano 1992.
Ultimamente rifletto spesso sul concetto di tempo, che passa, che manca, che non basta mai, che corre, che sfugge, che non passa mai, e anche di tempo in versione meteorologica, ché a seconda se piove o se c’è il sole il mio umore vacilla e la mia giornata può essere stravolta.


Niente come un figlio ti riporta alla nozione del tempo.
Da quando c’è Pu il tempo scorre alla velocità della luce, io mi sento invecchiare e vedo lui trasformarsi e mutare: un giorno posso tenerlo sull’avambraccio e un pezzetto di mano, e in un batter d’occhio arriva a suonare il campanello e ad aprire la finestra del terrazzo, facendomi invecchiare di altri dieci anni in un colpo solo.
Il tempo che non passa mai, nelle notti in bianco e nelle giornate in cui distrutta devi comunque andare al lavoro.
Il tempo che vola, scandito dall’anno scolastico.

lunedì 6 luglio 2015

La Santa Inquisizione - libri all'indice

Avrete sicuramente appreso nei giorni scorsi la notizia del ritiro nelle scuole venete dei libri
cosiddetti gender; azione del neo sindaco Brugnaro, mente illuminata che con rara saggezza ed apertura mentale ha pensato bene di dare il colpo di grazia ad un temibile progetto di educazione alla diversità iniziato nelle scuole venete nel 2014.
Psicologi ed educatori avevano scelto 49 titoli da inserire in questo percorso educativo, roba da far tremare i polsi a Elton John e Ricky Martin vi giuro, che io oscenità del genere non riesco nemmeno a concepirle.
Storie come “Guizzino”, il pesciolino nero coraggioso, oppure titoli dalla famosa saga di Ernest e Celestine (in Franca, che si sa che son tutti un po’ “così” ci hanno fatto persino un cartone animato, pazzi, pazziiiii!!!).
Ma più di tutti mi ha rovesciato lo stomaco la storia di “Piccolo blu e piccolo giallo”, un testo equivoco, malizioso, pieno di significati subliminali, che sono certa sia la bibbia del movimento LGTB, utilizzato per manipolare le menti duttili ed influenzabili dei nostri poveri bambini,  mettendo loro in testa questi assurdi concetti di rispetto per la diversità, libertà e pari opportunità.
Uno scandalo, che è giusto sia stato sradicato dalle nostre scuole. (certo se li mandaste alla privata questi problemi non li avreste, comunque…).

mercoledì 1 luglio 2015

Etichette e gabbie mentali

Riflettevo in questi giorni sul cambiamento che Pu ha avuto da quando ha cominciato l’asilo “dei grandi”.
Nel bene e nel male è cresciuto molto, si è calmato un pochino (anche se la sua natura irruenta ha sempre il sopravvento), e si è smaliziato parecchio (la maestra all’asilo vuole che faccio così, ma ora non siamo all’asilo e la maestra non mi vede, quindi faccio a modo mio).
Ma la cosa che mi fa più pensare è il cambiamento che ha avuto rispetto ad alcuni dei valori chiave che ho sempre cercato di trasmettergli. (Per non chiamarle “etichette mentali che io gli avevo affibiato”)

Vuoi per la nostra situazione familiare - un papà africano, una mamma atea con ambizioni artistiche frustrate (J) -  vuoi perché io sono stata cresciuta così, ho sempre cercato di dare a Pu una visione della vita e del mondo il più ampia possibile.
Cerco di trovare un equilibrio per non passare per la “snob-radical chic-che-fa-tanto-figo”, quindi doso gli spunti montessoriani con quelli più beceri.
Tipo se stasera andiamo al teatro occupato a vedere lo spettacolo delle bolle del teatro degli artisti di strada caucasici per finanziarne l’autogestione, domani compensiamo con film al multisala, secchiello di pop-corn da 15€ e cena all’Old Wild West. (Mac Donald no, scusate, ma non ce la faccio….argh! ecco il demone snob-radical chic che esce fuoriii!)
Per dire.