Vi avevo lasciato col mio patetio e orribile tentativo di far passare per oro lucente i miei regali di latta...
Ma non è finita qui.
Finiti i convenevoli vado a farmi le doccia con Pupi e a
preparami per la serata.
Prima di entrare in bagno chiedo a Biancaneve un phon, anzi
un hairdresser, memore di quando, prima volta in famiglia in Inghilterra,
alla richiesta di un phon mi portarono il telefono, per scoprire che nel
profondo Nord Europa invece si dice “phon”, ma con la “o” stretta come il vento
africano. Bizzarrie linguistiche d’oltralpe.
Entriamo in questo bagno immacolato, che sembrava un mix tra
un calidarium e una Spa, e riusciamo a lavarci senza grossi danni, a parte il
fatto che penso di essermi lavata con olio per capelli perché fra i 36 bottiglini diversi sulla mensola non sono riuscita ad individuare shampoo e bagnoschiuma, a causa delle etichette scritte in un'idioma incomprensibile.
Tento inutilmente di far dormire Pupi prima di cena, che è
sempre più scatenato e stanco, ma invano.
E in camera da letto scopro il tesoro di Biancaneve: in un
angolo, una montagna di sacchetti e scatoline di tutti gli oggetti Swarosky
acquistati e ricevuti in regalo negli anni, e conservati come reliquie.
Cazzo e stracazzo. Scusate la volgarità.