Ultimamente rifletto spesso sul concetto di tempo, che
passa, che manca, che non basta mai, che corre, che sfugge, che non passa mai,
e anche di tempo in versione meteorologica, ché a seconda se piove o se c’è il
sole il mio umore vacilla e la mia giornata può essere stravolta.
Niente come un figlio ti riporta alla nozione del tempo.
Da quando c’è Pu il tempo scorre alla velocità della luce,
io mi sento invecchiare e vedo lui trasformarsi e mutare: un giorno posso
tenerlo sull’avambraccio e un pezzetto di mano, e in un batter d’occhio arriva
a suonare il campanello e ad aprire la finestra del terrazzo, facendomi
invecchiare di altri dieci anni in un colpo solo.
Il tempo che non passa mai, nelle notti in bianco e nelle
giornate in cui distrutta devi comunque andare al lavoro.
Il tempo che vola, scandito dall’anno scolastico.