L’indipendenza si paga.
L’indipendenza è una delle mie caratteristiche principali;
chiunque mi conosca credo usi come primo aggettivo “è una donna indipendente”. Una
testa di cazzo cosmica viene subito dopo, naturalmente.
Ma probabilmente anche quello fa parte del pacchetto.
Con gli anni mi rendo conto che mi sto inasprendo.
Sono sempre meno tollerante, meno incline a concedere
seconde possibilità, più esigente, e allergica al prossimo.
Sono troppo abituata a cavarmela da sola, a stare da sola, a
prendermi oneri e onori delle mie scelte.
Mi chiedo quanto peso abbia tutto questo nelle mie decisioni,
nella mia vita di coppia, nel mio essere madre.
Non sono mai stata fatta per la vita a due intesa come due
cuori e una capanna, sono una sostenitrice convinta dell’individualità, i miei
spazi sono sacrosanti, i miei amici ancora di più.
L’unica convivenza che ho intrapreso è naufragata, senza via
di ritorno.
E l’unica convivenza che per il momento tollero è quella con
un terremoto di quattro anni e mezzo che mette a dura prova tutte le mie
convinzioni.